ODE alla POLENTA

13.12.2013 20:00

(Natale 2013, postuma, del poeta Lucchino da Baraggia)

Natale alle porte, la compagnia chiama alla conta

Alcuni son indisposti, gli toccherà la triste onta

Di mangiar sano e leggero per una sera in più

Mentre potean unirsi al baccanale di quaggiù

 

L’avvio è ormai consueto e mai rifiutato

Ci basta un chil di lardo, con miele tartufato (almeno per la rima!!)

Ma a metter su il pepino ci pensa il Bonanomi

Non porta la Figassa ma salsa di ficoni

 

Due chili di polenta, un chilo di burrata

Formaggio dadolato  ed ecco che è conciata

Salsiccia piccantina e sugo di brasato

Ma c’erano anche funghi e zola adeguato

 

Sarà che la cipolla ha effetti olfattivi

Sarà che il Torresani ne ha fatti dieci chili

Si è che il risultato non tarda a far sentire

Odori e olezzi vari fin quasi da svenire

 

Le mogli coalizzate raccontano indignate

“la macchina puzzava, puzzava anche la giacca”

“il mio è venuto a letto, puzzava ‘me ‘na vacca”  (trad. “come una vacca”, licenza poetica bergamasca)

“il mio lo traspirava, il fetido intruglio.

sembrava lo sudasse, con rumori di subbuglio”

 

Sale ancora la rivolta che le vede inc …. ate

A messa son concordi sul “Basta cipollate”

“Piuttosto state via compreso il dormire,

così potrem sperare di stare e non svenire”.

 

E noi che obbedienti, lo siamo per natura

Ripeter non facciamo la nostra bella sciura

Far scendere il mangiare e l’alcol evaporare

Sarà sicur più facile se poi non v’è da tornare!!

 

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